“Recuperare? Si può fare!!!”
Dalla rubrica #buonenotizie, del Corriere della Sera, 20 Febbraio 2018
Con grande orgoglio condividiamo l’articolo a noi dedicato dal Corriere della Sera il 20 febbraio 2018 in merito al nostro Progetto di Recupero Alimentare.
Dal mercato alla mensa, “Non si butta nulla”
La prima tappa è la bancarella di frutta e verdura di Maria e Pasquale, 63 anni. Alle 6 di ogni lunedì mattina, da 35 anni a questa parte, sono al loro posto, al mercato di via Ponti, quartiere Barona , periferia Sud di Milano. Appena Maria scorge due carrelli tra i clienti tra i clienti che vanno e vengono, corre a riempire un sacchetto. Oggi ci mette dentro un chilo di fagiolini e poi carote, sedano, peperoni.
A pochi metri di distanza, Saverio Venosa, 31 anni, ha pronta un’ altra cassetta di verdura. Sono da poco passate le 13, i clienti cominciano a defluire e gli ambulanti sbaraccano. È in questo momento che arrivano i volontari della Cooperativa Santa Rita, con sede accanto al Santuario omonimo, a due passi da via Ponti e si occupa di adulti con disabilità.
I giovani fragili della Barona di Milano aiutano poveri e senzatetto
Vincenzo e Marinella, Alessio e Orlando sono quattro utenti della coop. Cercavano un impegno di volontariato da svolgere nel quartiere. “È bastato alzare gli occhi e vedere le bancarelle e l’idea è arrivata”, raccontano i loro educatori, Daniele Terreni e Roberta Povia. È nato così, cinque mesi fa, il loro progetto di recupero alimentare “a chilometro zero”. Ogni lunedì, passano a ritirare le eccedenze dalle bancarelle. Il mercato è lungo circa mezzo chilometro e, alla fine del giro, riescono a stipare nel furgoncino arancione della cooperativa circa 80 chili di frutta e verdura. Carote e pomodori, broccoli, melanzane, ma anche fragole , melograni, pompelmi . E poi c’è Gianluca Cavallari, 61 anni, titolare della bancarella di pescheria che allunga in mano ad Alessio, gigante con gli occhi azzurri, due contenitori con dentro otto chili di sarde e alici. “So che vanno a chi ha bisogno e questo mi basta”, dice.
Il cibo donato dai commercianti non resta a lungo nelle mani dei volontari. Per il mercato, all’ora di chiusura , si aggirano persone in difficoltà. Un’anziana raccoglie un maglione lasciato in un cartone abbandonato a terra e poi si avvicina timidamente ai ragazzi della coop a chiedere un po’ di verdura. Prima del termine del giro ne arriveranno altre due. Ma c’è anche Clara Papa, che ha 83 anni e ha portato per i volontari un pacchetto di chiacchere. ”Ho fatto infermiera all’ Ussl per 35 anni, fossi ancora giovane sarei volontaria”, dice.
Alle 14 il giro è finito: Marinella e Augusto preparano tre sacchetti. Sono per Ines, anziana volontaria della parrocchia che alle 16 passerà a ritirarli per consegnarli a tre famiglie bisognose: “Si vergognano a rivolgersi alla Caritas”. Ines arriva a piedi, riempie il suo carrello portaspesa e comincia il suo giro.
Tra le bancarelle la raccolta degli avanzi. E le cassette finiscono alle associazioni
Nel frattempo, ad aiutare a caricare il furgone è arrivato Francesco Di Marco. Ha 58 anni e freguenta la comunità A 77 di largo Promessi Sposi, che accoglie ex tossicodipendenti o sieropositivi: gran parte del cibo andrà a loro e a un’altra comunità. “Una volta gli ambulanti ci hanno regalato alcune cassette di cachi. Un ospite ha preparato frullati e marmellate per tutti”, racconta. In via Ponti sono rimaste ormai poche bancarelle. Una è quella di Mohamed El Ellaoi, 52 anni, marocchino. È uno del donatori più assidui: ”Quando posso donare lo faccio sempre. E poi mi piace parlare. Se anche solo dai una parola buona, hai già dato qualcosa”. Tra le ultime bancarelle in fondo c’è quella di Ahmed Labkhachi Karim, anche lui sempre generoso.
Il progetto della Coop Santa Rita, nato in sordina, fa ora parte della campagna “Io non butto”(www.iononbutto.it), lanciata dal Ciessevi, Centro servizi per il volontariato, Città metropolitana di Milano e dal Milan Center for Food Law and Policy. L’obiettivo è far nascere altri progetti e reti solidali simili a questa, dato che ogni negoziante, dal panettiere alla pasticceria, è un potenziale donatore. Creando un circolo virtuoso fra chi dona, chi raccoglie e chi ha bisogno.
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